Il governo libico e la consegna di Almasri: una trattativa segreta?

Il Mandato d'Arresto "Segreto" per Almasri: Un Trucco del Governo Libico?
Un inquietante dettaglio emerge dal carteggio tra Italia e Corte Penale Internazionale (CPI) riguardo alla vicenda del comandante Almasri. Mentre il governo italiano si difendeva dalle accuse di respingimenti illegali, è emerso un mandato d'arresto immediatamente esecutivo a carico di Almasri, datato 12 novembre. Stranamente, però, nessuno ha provveduto alla sua esecuzione.
La scoperta getta ombre sulla gestione del caso da parte delle autorità italiane e, soprattutto, solleva pesanti interrogativi sul ruolo del governo libico. Fonti investigative suggeriscono infatti che l'esistenza di questo mandato sia stata utilizzata come un vero e proprio trucco per ottenere l'estradizione di Almasri dalle autorità italiane. Il messaggio sarebbe stato chiaro: "Almasri lo processiamo noi". Una mossa che lascia presagire una possibile violazione dei diritti umani e una potenziale mancanza di garanzie giudiziarie per il comandante.
La mancata esecuzione del mandato, nonostante la sua natura immediatamente esecutiva, rappresenta un'anomalia procedurale di rilievo. Perché questo ritardo? Quali pressioni sono state esercitate? E soprattutto, quali garanzie offre il sistema giudiziario libico per un individuo che potrebbe trovarsi di fronte ad accuse di natura politica?
Il caso Almasri evidenzia la complessità delle relazioni tra Italia e Libia in materia di migrazioni e il delicato equilibrio tra la lotta al traffico di esseri umani e il rispetto dei diritti fondamentali. L'ombra di un possibile accordo segreto tra i due governi incombe sul caso, sollevando preoccupazioni sulla trasparenza e l'imparzialità del processo.
La Corte Penale Internazionale dovrebbe aprire un'inchiesta approfondita per fare piena luce su questa vicenda. È necessario accertare se il mandato d'arresto sia stato effettivamente utilizzato per ottenere il controllo di Almasri, aggirando le garanzie internazionali e violando i suoi diritti. Il silenzio delle autorità italiane su questo punto richiede una risposta urgente e trasparente. La vicenda, se non chiarita a fondo, rischia di lasciare un'eredità di incertezza e di sfiducia nelle istituzioni.
L'intera situazione richiede un'analisi approfondita e un'azione incisiva da parte della comunità internazionale per garantire il rispetto dei diritti umani e il principio di legalità.
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