Senzatetto veronese: Consiglio di Stato cancella multa e divieto di accesso

Senzatetto di Verona: annullate multa e daspo dopo ricorso a Mattarella
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, annullando la multa e il Daspo urbano comminati a un senzatetto di Verona che chiedeva l'elemosina senza atteggiamenti aggressivi.Una vittoria importante per i diritti dei più deboli, un segnale di speranza in una società spesso troppo incline a criminalizzare la povertà. Il senzatetto, che viveva per strada nella città scaligera, era stato sanzionato per accattonaggio con una multa salata e un Daspo urbano, provvedimenti che gli impedivano di sostare in una determinata area del centro storico.
La decisione del Consiglio di Stato rappresenta un importante precedente giurisprudenziale. Il ricorso, presentato dopo l'esaurimento delle vie legali ordinarie, ha sottolineato l'assenza di comportamenti aggressivi o molesti da parte del senzatetto, evidenziando come la semplice richiesta di elemosina non possa essere equiparata a un reato.
L'avvocato del senzatetto ha dichiarato: "Siamo molto soddisfatti della decisione del Consiglio di Stato. Si tratta di una sentenza che riconosce il diritto fondamentale alla dignità umana, anche per chi si trova in una situazione di estrema vulnerabilità come quella del nostro assistito. Speriamo che questo caso possa contribuire a sensibilizzare le istituzioni sull'importanza di contrastare la povertà con politiche sociali adeguate, invece di ricorrere a sanzioni punitive".
La notizia ha suscitato un ampio dibattito pubblico, con diverse associazioni che si sono espresse a favore del riconoscimento dei diritti fondamentali anche per le persone senza dimora. L'episodio di Verona riapre la discussione su come affrontare il problema dell'accattonaggio, distinguendo tra chi si approccia alle persone in modo molesto e chi, invece, semplicemente chiede aiuto in una situazione di necessità.
L'auspicio è che questa sentenza possa ispirare una maggiore attenzione e sensibilità da parte delle amministrazioni locali verso le persone senza fissa dimora, promuovendo politiche di inclusione sociale e di supporto concreto anziché di repressione.
La decisione del Consiglio di Stato, quindi, non si limita a ribaltare una sanzione amministrativa, ma si pone come un importante monito a ripensare le strategie di contrasto alla povertà, privilegiando l'assistenza e l'integrazione sociale rispetto a misure punitive che spesso si rivelano inefficaci e lesive della dignità umana. Speriamo che questo sia un primo passo verso un approccio più umano e inclusivo nei confronti delle persone in stato di bisogno.
Maggiori informazioni sulla sentenza potrebbero essere reperite sul sito del Consiglio di Stato. Consiglio di Stato
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