Gaza: Macron chiede il riconoscimento di uno Stato palestinese

Gaza: Hamas boccia il piano di Witkoff, escalation in vista?
Il movimento della Striscia respinge la proposta, alimentando le tensioni già altissime.La situazione a Gaza è drammaticamente aggravata. Il piano di pace proposto da Witkoff è stato categoricamente bocciato da Hamas, che ne ha respinto le clausole ritenendole insufficienti. Ieri, invece, era arrivato un timido assenso da parte di Netanyahu, aprendo a scenari di una possibile trattativa. La mancanza di una chiara road map per la cessazione delle ostilità e l'insoddisfazione riguardo ad altre richieste cruciali hanno determinato il netto rifiuto da parte del movimento palestinese.
La reazione di Itamar Ben Gvir non si è fatta attendere. Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano ha dichiarato che "dopo il rifiuto di Hamas è tempo di entrare con tutta forza a Gaza", preannunciando un'escalation militare. Questa affermazione, che alimenta le paure di una vasta offensiva terrestre, aggiunge ulteriore drammaticità a una situazione già estremamente tesa.
La giornata odierna è stata segnata da un raid delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) che ha causato almeno 18 morti tra la popolazione civile. Il bilancio, purtroppo, potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. Questa nuova ondata di violenza getta un'ombra sinistra sulla possibilità di una soluzione pacifica e alimenta il ciclo di rappresaglie e contro-rappresaglie.
Intanto, sul fronte internazionale, il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la necessità di un riconoscimento dello Stato palestinese. "Riconoscere lo Stato palestinese è un dovere morale", ha dichiarato Macron, sottolineando l'urgenza di una soluzione a due Stati per porre fine al conflitto. Le sue parole, pur importanti sul piano simbolico, non sembrano sufficienti a frenare la spirale di violenza in corso. La comunità internazionale si trova di fronte a una sfida enorme: evitare una catastrofe umanitaria e trovare una via d'uscita da questo conflitto che dura ormai da troppo tempo.
La situazione rimane estremamente volatile e i prossimi giorni saranno decisivi per il futuro di Gaza e della regione. La mancanza di un accordo tra le parti e le dichiarazioni aggressive di alcuni leader politici lasciano presagire un ulteriore peggioramento della crisi. Resta da capire se la comunità internazionale sarà in grado di esercitare una pressione sufficiente per evitare una escalation militare di proporzioni catastrofiche.
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