Generazioni di cicatrici: la testimonianza di una psicologa di MSF a Gaza

Gaza: I traumi infantili di una generazione, il grido d'allarme della psicologa
L'orrore della guerra a Gaza raccontato dagli occhi di chi lo vive quotidianamente: Aurelia Barbieri, psicologa di Medici Senza Frontiere, è tornata da Khan Younis e il suo racconto, anticipato da Tg2 Storie nella puntata di mezzanotte, lascia senza fiato. Le immagini che ha portato con sé non sono solo quelle di un conflitto armato, ma soprattutto quelle di un'infanzia rubata, di bambini segnati per sempre dalla violenza e dalla mancanza di ogni speranza.
Nell'intervista, la dottoressa Barbieri ha descritto una realtà agghiacciante: bambini che non frequentano la scuola, costretti a crescere troppo in fretta, a sopportare responsabilità impensabili per la loro età. "Si parla di bambini di 3 anni che hanno la responsabilità di fare la fila per l'acqua", ha dichiarato, dipingendo un quadro di povertà e privazione estreme. Immaginate la fatica, la frustrazione, la paura che questi piccoli devono affrontare quotidianamente. Non sono solo i bombardamenti e le violenze, è la mancanza di tutto, di prospettive, di un futuro sereno.
La psicologa ha sottolineato la gravità di queste esperienze, evidenziando come i traumi subiti lasceranno un segno indelebile sulle future generazioni. "Ci vorranno generazioni per lavorare su questi traumi", ha affermato con amarezza. Le ferite psicologiche inflitte dalla guerra non guariscono facilmente, lasciando cicatrici profonde che si ripercuoteranno sulla società palestinese per decenni. È una sfida enorme, quella che aspetta gli operatori umanitari e gli psicologi che lavorano sul campo, una sfida che richiede impegno, risorse e una profonda comprensione delle dinamiche sociali e culturali del territorio.
L'appello della dottoressa Barbieri è forte e chiaro: non si può rimanere indifferenti di fronte a questa tragedia. È necessario un impegno concreto da parte della comunità internazionale per garantire ai bambini di Gaza un futuro migliore, un futuro dove possano giocare, studiare e crescere senza la costante minaccia della guerra e della sofferenza. L'intervista completa sarà visibile stasera a mezzanotte su Tg2 Storie: un'occasione per confrontarsi con una realtà dolorosa, ma indispensabile per comprendere la gravità della situazione e promuovere azioni concrete di solidarietà e aiuto. Maggiori informazioni su Medici Senza Frontiere
(