L'Iran blocca i negoziati: la causa sono gli attacchi israeliani

Iran: Araghchi a Ginevra, ma le trattative nucleari sono bloccate
Teheran non torna al tavolo dei negoziati finché non cesseranno gli attacchi israeliani, questo è quanto affermato dal Ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, in arrivo a Ginevra per un incontro con alcuni omologhi europei. La dichiarazione, rilasciata nelle scorse ore, getta un'ombra pesante sulle già precarie trattative per il rilancio dell'accordo sul nucleare iraniano del 2015 (JCPOA)."La Repubblica Islamica dell'Iran è pronta a impegnarsi in un dialogo costruttivo", ha dichiarato Araghchi, "ma non possiamo accettare di negoziare sotto la minaccia costante di aggressioni." Il riferimento è chiaro: Israele, negli ultimi mesi, ha intensificato le proprie azioni militari nella regione, attribuendosi diversi attacchi contro obiettivi iraniani in Siria ed Iraq. Queste azioni, secondo Teheran, rappresentano una grave violazione della sovranità nazionale iraniana e un ostacolo insormontabile a qualsiasi percorso di de-escalation.
L'incontro a Ginevra, previsto per i prossimi giorni, vedrà Araghchi confrontarsi con i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito, i principali partner europei nell'accordo sul nucleare. L'obiettivo dichiarato è quello di trovare una via d'uscita dall'impasse, ma le parole del Ministro iraniano lasciano poco spazio all'ottimismo. La richiesta di Teheran di una cessazione delle ostilità israeliane prima di qualsiasi ritorno al tavolo negoziale rappresenta un'ulteriore complicazione in un contesto già estremamente delicato.
La situazione è ulteriormente aggravata dalle sanzioni statunitensi, che continuano a pesare sull'economia iraniana. L'amministrazione Biden, pur mostrando una certa apertura al rientro nell'accordo, non ha ancora manifestato una volontà chiara di affrontare la questione degli attacchi israeliani. Questo silenzio, secondo gli osservatori, potrebbe rafforzare la posizione di Teheran e rendere ancora più difficile la ripresa dei negoziati.
Le prossime ore saranno cruciali per comprendere l'evoluzione della situazione. L'incontro di Ginevra potrebbe rappresentare un'occasione per riaprire un dialogo, ma il tono deciso di Araghchi lascia intendere che il percorso verso un accordo sul nucleare rimane lungo e irto di ostacoli. La comunità internazionale, quindi, attende con ansia gli sviluppi, consapevole della delicatezza della situazione e delle potenziali conseguenze di un ulteriore peggioramento del conflitto.
Il futuro del JCPOA e la stabilità regionale dipendono, in larga misura, dalla capacità delle parti coinvolte di trovare un terreno comune. La sfida è ardua, ma la posta in gioco è troppo alta per permettersi di fallire.
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