Crisi umanitaria in Iran: mamma e figlio di 18 mesi senza cibo e pannolini

Mamma e bimbo di 18 mesi bloccati in Iran: il drammatico appello di Salvatore Politi
Salvatore Politi, un padre disperato, racconta l'odissea della sua famiglia nel tentativo di fuggire dall'Iran, un paese dilaniato dalla guerra e dalla crisi umanitaria. Sua moglie e il loro bambino di appena 18 mesi sono rimasti bloccati, in una situazione di estrema precarietà.
"La situazione è disperata," afferma Politi con la voce rotta dall'emozione in un'intervista telefonica. "Mancano beni di prima necessità, latte in polvere e pannolini sono introvabili. Mia moglie è esausta, spaventata, e non so più cosa fare."
La famiglia Politi, come molti altri, aveva deciso di lasciare l'Iran per cercare sicurezza e un futuro migliore altrove. Il viaggio, però, si è trasformato in un incubo. Politi descrive una fuga frenetica, ostacolata da controlli rigorosi e da una burocrazia implacabile. La mancanza di risorse ha aggravato la situazione, rendendo il percorso ancora più difficile e pericoloso.
"Il nostro piccolo piange in continuazione per la fame e per il disagio," continua Politi, la voce tremante. "Non riesco a fornire a mia moglie e mio figlio nemmeno le cure essenziali. Non sappiamo più a chi rivolgerci. Abbiamo bisogno di aiuto, di un'opportunità per lasciare questo inferno."
La storia della famiglia Politi evidenzia la drammatica realtà di migliaia di persone che tentano di scappare dalla guerra e dalla povertà. L'appello disperato di Salvatore è un grido di aiuto che si leva nel silenzio, un monito sulla necessità di interventi umanitari urgenti e di corridoi umanitari sicuri per chi fugge da zone di conflitto. Speriamo che le istituzioni internazionali possano intervenire per assistere questa famiglia e altre in situazioni simili, offrendo loro la possibilità di ricostruire le proprie vite in un luogo sicuro.
Politi lancia un appello alla comunità internazionale: "Chiediamo aiuto, un aiuto concreto per poter lasciare l'Iran e raggiungere un luogo sicuro dove poter crescere nostro figlio lontano da questa guerra."
La storia della famiglia Politi è un esempio della profonda sofferenza causata dai conflitti e dalla crisi umanitaria. Si spera che la loro situazione possa essere risolta al più presto, e che possano trovare rifugio e un futuro migliore. Il loro appello è un monito alla nostra umanità e alla responsabilità di una comunità globale che non può restare indifferente di fronte al dramma.
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