Il giudice Amato: 45 anni di silenzio dopo l'omicidio dei NAR

45 anni fa, l'omicidio del giudice Mario Amato: un delitto rimasto a lungo impunito
Roma, 23 giugno 2023. Quarantacinque anni sono trascorsi dall'assassinio del magistrato Mario Amato, ucciso a Roma il 23 giugno 1980 dai Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR). Un delitto che ha segnato profondamente la storia giudiziaria italiana, un'ombra inquietante ancora oggi proiettata sul nostro passato. Amato, un uomo impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata, pagò con la vita il suo coraggio e la sua dedizione alla giustizia.La sua uccisione, avvenuta in pieno giorno, fu un'esecuzione senza appello. Il giudice, colpito da numerosi colpi di arma da fuoco, non ebbe scampo. L'azione spietata dei NAR, gruppo terroristico di estrema destra, riecheggia ancora oggi, un monito sulla violenza cieca e ideologica che ha insanguinato il nostro Paese.
L'omicidio di Amato, come molti altri delitti di quegli anni, ha lasciato profonde cicatrici nella società. Non solo per la perdita di una figura di spicco nella magistratura, ma anche per il clima di terrore e incertezza che si respirava. La lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata era tutt'altro che conclusa, e l'uccisione di Amato fu un duro colpo per coloro che si battevano per la giustizia e la legalità.
Negli anni successivi, le indagini hanno portato all'arresto e alla condanna di alcuni responsabili del delitto, ma la vicenda resta segnata da zone d'ombra e da un'enorme difficoltà a ricostruire completamente il puzzle di quel periodo storico così complesso. L'omicidio di Amato, infatti, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere la strategia terroristica dei NAR e i legami con altri ambienti criminali.
Oggi, a distanza di 45 anni, ricordare Mario Amato significa ricordare la lotta per la giustizia e il prezzo che talvolta si deve pagare per difenderla. È un ricordo doveroso, un monito per non dimenticare, e un impegno a contrastare ogni forma di violenza e illegalità, in nome della legalità e della memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la causa della giustizia. La sua storia, e la storia di chi lottò contro le organizzazioni terroristiche di quegli anni bui, deve essere tramandata alle nuove generazioni perché siano consapevoli del passato e delle sue conseguenze. Ricordare Amato significa impegnarsi per un futuro migliore, libero da violenze e ingiustizie.
Fonti: Archivio Storico del Tribunale di Roma, testimonianze storiche.
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