Segreti, vendette e il berretto MAGA: la stanza dei bottoni di Trump.

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Dalla War Room all'Ucraina: La metamorfosi (forse) di Donald
Washington, D.C. - Un'aria insolita aleggia nella Situation Room della Casa Bianca, quel bunker sotterraneo dove i presidenti americani, da McKinley a Kennedy, hanno gestito momenti cruciali della storia. Sembra che anche l'isolazionismo di Donald, quello ostentato durante il suo mandato e più volte ribadito, stia evaporando, almeno in parte, di fronte alla crisi ucraina. BR
Lontani i tempi del cappellino rosso "Make America Great Again" e delle esternazioni al vetriolo contro gli alleati, almeno apparentemente. Il conflitto in Ucraina, con le sue drammatiche conseguenze umanitarie e geopolitiche, sembra aver costretto a una riflessione, se non a un ripensamento, sulla strategia americana nel mondo. BR
Anche se le corna e le ripicche che hanno caratterizzato la sua presidenza non sono del tutto scomparse, alcuni analisti suggeriscono che la gravità della situazione attuale imponga una postura diversa, più sobria e orientata a un approccio, se non proprio collaborativo, almeno meno antagonistico verso i partner occidentali. BR
Resta da vedere se questa trasformazione sia genuina e duratura, o se si tratti solo di una parentesi dettata dalle circostanze. In molti si chiedono se, una volta superata la fase acuta della crisi, non si tornerà al vecchio atteggiamento, fatto di protezionismo economico e disimpegno dagli affari internazionali. BR
Quel che è certo è che la guerra in Ucraina ha scosso le fondamenta dell'ordine mondiale, e persino il più convinto degli isolazionisti non può ignorarne le implicazioni. La Situation Room, testimone silente di decenni di storia, continua ad essere il luogo dove le decisioni cruciali vengono prese, e dove, forse, si sta scrivendo un nuovo capitolo della politica estera americana. BR
Per ulteriori informazioni sulla Situation Room, potete consultare il sito del White House Museum.
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