
Tragedia a Rafah: Spari durante la distribuzione degli aiuti, rischio di fallimento della tregua
Una nuova tragedia insanguina la Striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi citate dalla BBC a Doha, almeno 27 persone sono morte e oltre 180 sono rimaste ferite a seguito di spari dell'esercito israeliano durante la distribuzione di aiuti umanitari a Rafah. L'incidente, avvenuto mentre si cercava di portare soccorso alla popolazione colpita dal conflitto, rischia di far saltare l'accordo di tregua raggiunto a Doha, gettando ulteriore benzina sul fuoco di una situazione già drammatica.
Il nodo cruciale, ancora irrisolto, sembra essere la presenza dell'esercito israeliano nel cosiddetto corridoio Morag, che taglia la Striscia di Gaza a sud. Questa presenza, fortemente contestata dalle autorità palestinesi, rappresenta un ostacolo significativo alla libera circolazione degli aiuti e alla sicurezza della popolazione. La versione dell'IDF sugli eventi è ancora in attesa di pubblicazione, ma la gravità dell'accaduto è innegabile. Testimonianze raccolte sul posto parlano di un'azione violenta e sproporzionata da parte delle forze israeliane, che avrebbero aperto il fuoco indiscriminatamente sulla folla inerme intenta a ricevere gli aiuti.
La comunità internazionale esprime profonda preoccupazione. L'Onu ha condannato fermamente l'accaduto, chiedendo un'indagine immediata e indipendente sugli eventi di Rafah. Anche diverse organizzazioni umanitarie internazionali hanno espresso il loro sgomento per la violenza e lanciato un appello per garantire la sicurezza della popolazione civile e la libera distribuzione degli aiuti umanitari. La situazione è estremamente delicata e il rischio di un'escalation del conflitto è concreto.
Il fragile accordo di tregua raggiunto a Doha è ora appeso a un filo. La fiducia tra le parti è ai minimi storici, e la mancanza di una soluzione definitiva al problema della presenza militare israeliana nel corridoio Morag rischia di far crollare ogni speranza di pace. Le prossime ore saranno cruciali per capire se le parti riusciranno a ricucire i rapporti e a evitare un nuovo, tragico, capitolo di questa lunga e dolorosa guerra.
È necessario un immediato impegno della comunità internazionale per favorire il dialogo e garantire la protezione dei civili. Il silenzio non è un'opzione.
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