Addio a Laura Santi, giornalista che ha scelto il suicidio assistito a Perugia

Si è spenta Laura Santi: il suicidio assistito a Perugia
Perugia, – La giornalista Laura Santi si è tolta la vita tramite suicidio assistito nella sua abitazione a Perugia. Accanto a lei, il marito, che l'ha sostenuta in questa drammatica decisione. La notizia, diffusa nelle ultime ore, ha suscitato un profondo cordoglio e acceso nuovamente il dibattito sull'eutanasia e il diritto di scegliere la propria fine.
Secondo quanto emerso, Laura, affetta da una malattia neurodegenerativa incurabile, aveva da tempo manifestato la sua volontà di porre fine alle proprie sofferenze. Dopo un iter lungo e complesso, che ha previsto l'accertamento delle condizioni previste dalla legge, ha ottenuto l'autorizzazione al suicidio assistito. La sua scelta, maturata con lucidità e consapevolezza, è stata supportata dal marito che, come dichiarato da fonti vicine alla famiglia, le è rimasto accanto fino all'ultimo momento.
“Dobbiamo essere noi a decidere, nessun altro”, avrebbe affermato Laura poco prima di morire, sottolineando il profondo desiderio di autonomia e autodeterminazione nella gestione della propria vita e della propria morte. Una frase che racchiude la sua battaglia per il riconoscimento del diritto a una morte dignitosa, una lotta che ora, purtroppo, si è conclusa.
La morte di Laura Santi lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia e tra i suoi colleghi. Ricordata per la sua professionalità e la sua sensibilità, la sua vicenda umana solleva interrogativi complessi e delicati sulla necessità di un confronto sereno e approfondito sul tema del fine vita.
"Ricordatemi", questo il suo ultimo messaggio, un appello a non dimenticare la sua battaglia e il suo desiderio di essere ricordata non solo per la sua malattia, ma anche per la sua forza e la sua dignità nel voler decidere liberamente del proprio destino.
La sua storia, tragica e intensa, resta un monito sulla necessità di garantire a chi soffre una scelta libera e consapevole, nel rispetto delle proprie convinzioni e della propria dignità umana. Un dibattito che va oltre il semplice aspetto medico-legale, toccando le corde più profonde dell'esistenza umana e della sua fragilità.
Le istituzioni sono chiamate a riflettere attentamente su questo caso, considerando l'importanza di garantire un quadro normativo chiaro e preciso, capace di conciliare il rispetto della vita con il riconoscimento del diritto alla dignità e all'autodeterminazione, anche nel momento più doloroso della propria esistenza.
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