Cisgiordania: 3.400 nuovi insediamenti, Smotrich chiude la porta a uno Stato palestinese. Aggiornamenti dal conflitto Israele-Gaza.

Cisgiordania: 3.400 nuovi insediamenti, Smotrich chiude la porta a uno Stato palestinese. Aggiornamenti dal conflitto Israele-Gaza.

Ong accusano Israele: blocchi agli aiuti a Gaza, Smotrich annuncia 3400 insediamenti in Cisgiordania

La situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania si fa sempre più critica. Le organizzazioni non governative internazionali denunciano con forza le restrizioni imposte da Israele all'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia, impedendo di fatto la distribuzione di beni essenziali alla popolazione già duramente provata dal conflitto. "Le norme imposte dalle autorità israeliane sono eccessive e inaccettabili", ha dichiarato un portavoce di Medici Senza Frontiere, sottolineando le difficoltà nell'assistere la popolazione civile. La situazione sanitaria, già precaria, rischia di collassare ulteriormente a causa della mancanza di medicine e attrezzature mediche.


Nel frattempo, il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich ha annunciato l'approvazione di 3400 nuovi insediamenti in Cisgiordania. Una decisione che ha suscitato immediate e forti proteste da parte della comunità internazionale e delle autorità palestinesi. "Questa mossa rende impossibile la soluzione a due Stati", ha affermato un rappresentante dell'Autorità Nazionale Palestinese, accusando Israele di voler "di fatto annettere la Cisgiordania". Smotrich, da parte sua, ha ribadito la sua posizione, dichiarando che "la costruzione di insediamenti è un diritto fondamentale del popolo ebraico e che non ci sarà mai uno Stato palestinese".


La comunità internazionale guarda con crescente preoccupazione all'escalation della tensione. L'ONU ha ripetutamente esortato le parti al dialogo e alla de-escalation, invitando Israele a rivedere le sue politiche restrittive sugli aiuti umanitari e a rispettare il diritto internazionale. L'Unione Europea ha espresso profonda preoccupazione per la decisione di Smotrich sulla costruzione di nuovi insediamenti, definendola "un ostacolo significativo alla pace" e chiedendo al governo israeliano di riconsiderare la sua posizione. La situazione appare dunque estremamente complessa e delicata, con il rischio concreto di un ulteriore aggravamento del conflitto e di una profonda instabilità nella regione.


Diversi esperti di diritto internazionale hanno sottolineato che la costruzione di insediamenti in territori occupati viola il diritto internazionale umanitario e costituisce un crimine di guerra. La situazione richiede un intervento urgente della comunità internazionale per evitare una catastrofe umanitaria e per promuovere una soluzione pacifica e giusta al conflitto israelo-palestinese. È fondamentale che la pressione diplomatica internazionale aumenti per costringere Israele a rispettare il diritto internazionale e a tornare al tavolo dei negoziati. Il silenzio della comunità internazionale, infatti, non solo non risolve il problema, ma lo peggiora ulteriormente.

(14-08-2025 09:31)