L'occupazione di Gaza: per Milshtein un "nuovo Iraq" per Israele

Netanyahu sempre più isolato: la dura analisi di Milshtein
La situazione geopolitica di Israele è critica, secondo l'analista israeliano Milshtein. L'occupazione della Striscia di Gaza, se attuata, sarebbe un disastro paragonabile all'intervento in Iraq, mentre le relazioni con gli Stati Uniti, Giordania, Egitto e Arabia Saudita sono a rischio di rottura a causa delle politiche del Primo Ministro Benjamin Netanyahu.
Milshtein, in un'analisi pubblicata recentemente, dipinge un quadro allarmante per il futuro di Israele. Il crescente isolamento di Netanyahu sulla scena internazionale è secondo l'esperto, una minaccia seria alla sicurezza nazionale. La relazione con l'amministrazione Biden, già tesa, rischia di precipitare in una vera e propria spaccatura, con conseguenze imprevedibili. L'analista sottolinea la crescente preoccupazione in seno all'amministrazione americana riguardo alle politiche di Netanyahu, in particolare per quanto concerne l'espansione degli insediamenti e la gestione del conflitto israelo-palestinese.
Non solo gli Stati Uniti, ma anche i rapporti con i paesi arabi vicini sono in pericolo. Secondo Milshtein, la linea dura adottata da Netanyahu rischia di compromettere gli accordi di pace raggiunti in passato con Giordania ed Egitto, e di raffreddare i delicati rapporti di cooperazione iniziati con l'Arabia Saudita. L'analista evidenzia la necessità di un cambio di rotta, avvertendo che il perseverare con le attuali politiche potrebbe portare ad una crescente destabilizzazione della regione.
La proposta, considerata da molti come estrema, di un'occupazione della Striscia di Gaza è definita da Milshtein "una follia". L'analista paragona tale scenario all'intervento americano in Iraq, sottolineando il rischio di un'impaludamento militare prolungato, con un elevato costo umano ed economico, e conseguenze catastrofiche sulla stabilità regionale. L'occupazione, secondo Milshtein, non solo non risolverebbe i problemi di sicurezza di Israele, ma anzi li aggraverebbe esponenzialmente, creando un "Iraq d'Israele".
Le affermazioni di Milshtein hanno suscitato un ampio dibattito in Israele e all'estero. Molti analisti concordano sulla gravità della situazione, sottolineando la necessità di una diplomazia più incisiva e di una maggiore considerazione delle implicazioni regionali delle politiche israeliane. La situazione rimane dunque altamente volatile, con il futuro delle relazioni internazionali di Israele appeso a un filo.
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