Aggiornamenti dal fronte ucraino: Nato punta al 5% del PIL per la difesa, previsto colloquio Trump-Zelensky.

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Vertice NATO: Putin nel mirino, l'ombra di Trump e l'impegno europeo
Bruxelles - Il vertice NATO si conclude con un messaggio chiaro: determinazione nel fronteggiare la minaccia russa, considerata pressante sia nel breve che nel lungo termine. Le dichiarazioni dei leader europei riflettono un clima di unità, seppur con sfumature diverse.
Mark Rutte, prossimo Segretario Generale della NATO, ha esplicitamente accusato Putin di rappresentare una minaccia costante. Inaspettatamente, Rutte ha aggiunto che il raggiungimento del 5% del PIL destinato alla difesa è, in parte, merito di Donald Trump, riconoscendogli un ruolo nell'aver sollecitato gli alleati ad aumentare l'impegno finanziario.
Giorgia Meloni ha sottolineato l'importanza di aver incluso un chiaro sostegno all'Ucraina nel documento finale del vertice, evidenziando come il supporto a Kiev rimanga una priorità per l'Italia. Meloni ha inoltre confermato la firma della Spagna all'accordo, rafforzando il fronte europeo.
Anche dalla Germania giungono segnali di fermezza. Friedrich Merz, leader dell'opposizione tedesca, ha definito il vertice un evento "storico", sottolineando come l'impegno collettivo rappresenti un chiaro segnale di forza rivolto a potenziali avversari.
Dall'altra parte della Manica, Keir Starmer, leader laburista britannico, ha promesso l'invio di un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev, annunciando l'intenzione di utilizzare gli interessi maturati dai beni russi congelati per finanziare ulteriormente il sostegno all'Ucraina.
L'incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, avvenuto a margine del vertice, ha catalizzato l'attenzione mediatica. Resta da vedere se e come questo incontro influenzerà la futura politica americana nei confronti dell'Ucraina. Alcuni analisti suggeriscono che il sostegno americano potrebbe dipendere dall'impegno finanziario degli alleati europei.
Il vertice NATO ha sancito l'impegno formale di destinare il 5% del PIL alla difesa, un passo significativo che mira a rafforzare la capacità di deterrenza dell'Alleanza Atlantica di fronte alle crescenti tensioni internazionali.
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