Zelensky denuncia nuovi raid russi su sette regioni ucraine: "La Russia non sente pressione"

Cremlino minaccia rappresaglie, appello del Papa per la pace in Ucraina: un bambino di un anno tra le vittime
La guerra in Ucraina continua a mietere vittime. Un nuovo ciclo di bombardamenti russi si è abbattuto su sette regioni ucraine nella notte, causando la morte di civili, tra cui un bambino di appena un anno. Il Cremlino, rispondendo agli attacchi, ha chiesto una condanna internazionale di Kiev, annunciando una risposta mirata: “Risponderemo agli attacchi quando opportuno”. La situazione appare tutt'altro che vicina a una soluzione pacifica, nonostante le conversazioni telefoniche di Vladimir Putin con Donald Trump e Papa Francesco.
Il Pontefice, nel corso della sua conversazione con il presidente russo, ha lanciato un appello pressante a Mosca, chiedendo “un gesto che favorisca la pace”. Un appello che, per ora, sembra essere caduto nel vuoto. Le dichiarazioni del Cremlino, infatti, non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche, confermando la determinazione russa a proseguire con la propria azione militare.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato l'inazione della comunità internazionale di fronte alle atrocità commesse dalla Russia: “La Russia non sente pressione e uccide”, ha affermato, sottolineando la disperata necessità di un intervento più deciso da parte dei paesi occidentali per fermare la violenza e garantire la protezione dei civili.
La situazione sul terreno rimane critica. Le regioni colpite dai bombardamenti stanno facendo i conti con i danni e le perdite umane. Le immagini diffuse sui social media mostrano la devastazione causata dai raid russi, alimentando ancora di più la preoccupazione per la popolazione civile e per il prolungamento del conflitto. La comunità internazionale è chiamata a una risposta unitaria e decisa per evitare ulteriori tragedie e favorire una soluzione pacifica e duratura al conflitto.
La gravità della situazione richiede un impegno collettivo per la pace. La speranza è che le parole del Papa, pur non avendo ancora portato a un cessate il fuoco immediato, possano aprire una strada verso un negoziato serio e costruttivo.
Aggiornamenti in tempo reale sulla situazione sono disponibili sul sito del Ministero degli Esteri italiano https://www.esteri.it/ e su altre fonti affidabili.
(