Guerra Israele-Gaza: aggiornamenti. Trump a Netanyahu, "Fame diffusa a Gaza".

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Israele-Gaza: Tensioni alle Stelle tra Dichiarazioni Contraddittorie e Violenza Crescente
La situazione nella Striscia di Gaza rimane critica, con accuse reciproche che alimentano un clima di crescente instabilità. Il premier israeliano ha rilasciato dichiarazioni che negano una situazione di fame diffusa a Gaza, affermazione che stride fortemente con i reportage e le testimonianze provenienti da organizzazioni umanitarie e agenzie internazionali.
“Nella Striscia non si muore di fame,” ha affermato il premier, suscitando immediate reazioni di sdegno da parte di diverse fazioni politiche e organizzazioni non governative. La sua affermazione contrasta con le notizie che giungono quotidianamente da Gaza, dove la carenza di cibo e acqua potabile è una realtà drammatica per gran parte della popolazione.
Nel frattempo, Hamas denuncia raid IDF a Gaza, con un bilancio, secondo le loro fonti, di almeno 16 morti. L'informazione, difficilmente verificabile in maniera indipendente a causa delle restrizioni all'accesso all'area, aggiunge ulteriore tensione al quadro generale. La popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto del conflitto.
A complicare ulteriormente la situazione, si segnalano attacchi di coloni a Tabyeh, in Cisgiordania. Questi episodi di violenza contribuiscono ad alimentare il ciclo di odio e vendetta, rendendo sempre più difficile la prospettiva di una soluzione pacifica del conflitto.
La questione umanitaria è al centro del dibattito internazionale. L'ex presidente statunitense Donald Trump avrebbe espresso a Netanyahu la sua preoccupazione per la situazione a Gaza, sottolineando che "c'è molta gente affamata". Questa presa di posizione evidenzia come la crisi umanitaria stia diventando un punto di frizione anche all'interno delle relazioni internazionali.
La comunità internazionale è chiamata ad agire con urgenza per garantire l'accesso agli aiuti umanitari e per favorire un dialogo costruttivo tra le parti, al fine di evitare un'ulteriore escalation della violenza e una catastrofe umanitaria di proporzioni ancora maggiori. La strada verso la pace appare, purtroppo, sempre più impervia.
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