
L'Addio a Cecilia De Astis: Un Paese in Lutto e le Parole di Don Bertocchi che Scuotono le Coscienze
BRUn'intera comunità si è stretta oggi attorno alla famiglia di Cecilia De Astis, la donna tragicamente scomparsa a seguito dell'incidente stradale che ha visto coinvolti quattro giovanissimi tra gli 11 e i 13 anni. La chiesa era gremita, con centinaia di persone accorse per dare l'ultimo saluto a Cecilia e manifestare il proprio cordoglio. L'atmosfera era pesante, segnata da dolore e sgomento.
BRA pronunciare parole di conforto e riflessione è stato Don Bertocchi, il parroco locale, che durante l'omelia ha affrontato con coraggio e delicatezza il drammatico evento. "Siamo qui oggi, sopraffatti dal dolore," ha esordito Don Bertocchi, "Ma non dobbiamo cedere alla rabbia o al desiderio di vendetta. L'unico vero nemico è il male, che si insinua nelle nostre vite e ci spinge a compiere azioni terribili."
BRIl parroco ha poi aggiunto, con voce ferma: "Non puntiamo il dito contro questi bambini. Essi stessi sono vittime di una società che spesso nega l'infanzia, che li abbandona a se stessi, senza valori e senza guida. La vera sfida è capire come proteggere i nostri figli e come aiutarli a crescere in un ambiente sano e sicuro." Don Bertocchi ha parlato di "negazione dell'infanzia", un'espressione forte che ha colpito profondamente i presenti, invitando a una seria riflessione sul ruolo degli adulti nella crescita dei più giovani.
BRNel frattempo, si apprende che tre dei quattro ragazzini coinvolti nell'incidente sono stati allontanati dalle rispettive famiglie, una decisione sofferta ma necessaria per tutelare il loro benessere e favorire un percorso di riabilitazione. La comunità si interroga ora sul futuro di questi giovani, sperando che possano trovare la forza di superare questo trauma e ricostruire le loro vite.
BRLa morte di Cecilia De Astis ha lasciato un vuoto incolmabile, ma le parole di Don Bertocchi risuonano come un monito e un invito a non dimenticare l'importanza di proteggere e sostenere i bambini, affinché non siano vittime di una società che spesso li trascura.
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