Israele-Gaza: Cresce la contestazione interna, riservisti e piloti si oppongono all'esecutivo.

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Emergenza Gaza: UE e Paesi denunciano la carestia, pressioni su Israele
La situazione nella Striscia di Gaza si fa di ora in ora più critica. L'Unione Europea, insieme a ben 24 Paesi, ha formalmente denunciato la grave carestia che affligge la popolazione, lanciando un appello urgente a Israele affinché sblocchi immediatamente l'attività delle organizzazioni non governative (ONG) che forniscono aiuti umanitari. La mancanza di accesso per le ONG ostacola gravemente la distribuzione di cibo, acqua e medicinali, aggravando una crisi già disperata.
Parallelamente, emergono indiscrezioni su possibili scenari futuri per la gestione della Striscia. Secondo quanto riportato da Ynet, l'imprenditore Hulileh sarebbe in lizza per la carica di governatore. La notizia, se confermata, aprirebbe nuovi interrogativi sulla direzione politica e amministrativa di Gaza nel dopoguerra.
La comunità internazionale continua a esprimere profonda preoccupazione per le vittime civili. Il Segretario generale dell'ONU, António Guterres, ha chiesto "un'indagine indipendente e trasparente" sull'uccisione di sei giornalisti da parte dell'esercito israeliano. La richiesta si aggiunge alle crescenti pressioni per fare luce sugli eventi che hanno causato la morte di civili innocenti durante il conflitto.
Il Ministero della Salute palestinese ha reso noto che, nelle ultime 24 ore, 89 palestinesi hanno perso la vita a Gaza, portando il bilancio complessivo delle vittime a livelli allarmanti. La situazione umanitaria resta drammatica, con ospedali al collasso e difficoltà enormi per la popolazione civile.Maggiori informazioni sui soccorsi si possono trovare su Croce Rossa Italiana.
Sul fronte interno israeliano, si registrano crescenti proteste da parte di riservisti ed ex piloti dell'aeronautica militare contro le politiche del governo. Le manifestazioni evidenziano una spaccatura nell'opinione pubblica israeliana riguardo alla gestione del conflitto e al futuro delle relazioni con la popolazione palestinese.
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